Sophie Cavendish

VI anno -- Grifondoro

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  1. ~Sophie
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    <<tutti gli allievi del primo anno da questa parte! Seguitemi>>.
    Lentamente, la massa di marmocchi accalcatasi di fronte al treno con aria confusa si mosse verso la voce autoritaria che li chiamava. Un paio di ragazzoni estremamente alti (almeno dal punto di vista di Sophie) si fecero strada, sbuffando. Ci furono spintoni e confusione generale che diedero spazio ad una quiete innaturale solamente quando la stazione si fu svuotata e tutti gli studenti più anziani si furono avviati in direzione del castello. Sophie si accorse di star trattenendo il respiro e proruppe in un sonoro sospirone che le guadagnò l'occhiataccia della ragazzina alla sua destra. La voce riprese a parlare, cercando una volta di sovrastare il mormorio dilagante per poi fermarsi. Un coro di "shhh" percorse l'intera marmaglia. <<grazie. Ora, cercate di tenere il passo, e state attenti a dove mettete i piedi>> Cominciò a pentirsi di aver accettato: Per quale ragione aveva dato retta a quello sconsiderato di suo padre? Tirò su col naso e, cercando di non pensare al fango che avrebbero incontrato, prese a camminare, lo sguardo fisso sulle spalle del suo prossimo.
    <<ok, fermi qui ora. Come tradizione per gli alunni del primo anno, vi aspetta la traversata del lago. Montate a tre a tre su ciascuna delle barche qui di fronte, e fate attenzione a non scivolare. Durante la traversata le barche si muoveranno da sole, dunque non vi sporgete, non toccate i remi, e per l'amor del cielo, non fate cadere la vostra bacchetta in acqua. Né qualsiasi altra cosa abbiate con voi. Intesi?>>
    Le sedute della barca erano fradice, puzzavano di marcio, e dovettero attendere circa cinque minuti al freddo perché una delle ragazzine nella sua barca non voleva staccarsi dalla sua amica e chiedeva che il secondo ragazzino salito, un bambino paffutello dai capelli color carota, scendesse e le facesse posto. Infine questo accettò, e con uno scossone e parecchie urla, le barchette si staccarono dalla riva e cominciarono a solcare l'acqua a una rapidità sorprendente.
    Sophie non riusciva a capacitarsi di ciò che le era accaduto durante quell'estate. Per prima cosa aveva ricevuto una visita alquanto inaspettata da due signori vestiti con dei bizzarri mantelli, i quali le comunicarono che lei, Sophie Cavendish, era una strega - una strega vera, con poteri magici veri- e che era stata ammessa ad una Scuola di Magia e Stregoneria, una delle più importanti del mondo magico a detta loro. Lì per lì la bambina e i suoi genitori pensarono si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto.
    Poi aveva dovuto iniziare a convivere con questa realtà nuova e spiazzante, a fare mille ricerche su quel mondo che fino a poco prima credeva potesse vivere solo sulla carta. Infine quella mattina, la mattina di quell'uno Settembre che era segnato con una grossa "X" rossa sul calendario di camera sua, aveva attraversato una parete. Una parete vera, fatta di mattoni. La parete che divideva il binario nove dal binario dieci nella stazione di treni di King's Cross. Dopo migliaia di raccomandazioni dei genitori ancora scettici all'idea di mandare la loro bambina in un posto sconosciuto, aveva preso una leggera rincorsa, chiuso gli occhi e quando li aveva riaperti si era trovata catapultata in mezzo ad un frenetico via vai di maghi e streghe davanti ad una locomotiva rosso fiammante. "Binario 9 e 3/4, Espresso per Hogwarts".
    E ora, ora c'erano anche delle barche che viaggiavano da sole.
    "Sto impazzendo, deve per forza essere così. O sto sognando. Ora mi sveglio."

    <<benvenuti,>> la voce che li accolse subito dopo che il gregge umano ebbe superato il portone laterale del castello era più dolce, ma non mancava per questo di autorevolezza. <<alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Farete ora ingresso nella sala grande: vi chiedo di seguirmi fino di fronte allo sgabello che troverete in fondo alla sala. Una volta giunti lì, disponetevi in fila, vi chiamerò uno alla volta in ordine alfabetico. Quando sentite il vostro nome fate un passo avanti, prendete il cappello dallo sgabello, sedetevi e mettetevelo in testa. Il cappello, non lo sgabello, mi raccomando>>. Un coro di risate divertite seguì l'ultima battuta, ma Sophie non riuscì a ridere. Era troppo nervosa, preoccupata e spaventata per fare qualsiasi altra cosa che non fosse guardare la punta delle sue scarpe. Erano veramente rari i casi in cui la giovanissima Cavendish si era sentita in quel modo per un qualsivoglia motivo. Era sempre stata una bambina pacata, sicura di sé, che non badava mai ai fattori negativi che potessero scalfirla. La sua mente non li registrava, semplicemente li eclissava dando per scontato che le sarebbe sempre andato tutto fantasticamente. Non che fosse chissà quanto positiva in realtà, lei proprio non credeva nella fortuna o sfortuna che fosse. Era della convinzione che se desideravi che qualcosa andasse bene, dovevi fare in modo tale che questo accadesse. Dovevi creare tu stesso la tua fortuna. Ora come ora invece desiderava solo terminare quell'agonia e raggiungere il proprio alloggio così da concedersi un sano riposo ristoratore.
    <<cavendish, Sophie>>
    Quando sentì pronunciare il proprio nome, trasalì, presa com'era dai propri pensieri.
    Sentì le gambe perdere forza sotto di lei mentre la sala iniziava a girare pericolosamente. Cercò di muoversi. Sapeva che il suo nome sarebbe arrivato alle sue orecchie prima o poi, lo sapeva da quando avevano messo piede in quella gigantesca stanza, sotto gli sguardi ridicolizzatori di quella moltitudine di ragazzi seduti ai quattro lunghissimi tavoli che schiamazzavano, urlavano, li chiamavano e acclamavano senza alcuna apparente ragione. Sentì gli occhi dei suoi vicini vagare nel gruppetto curiosi di dare un volto al nome che avevano appena sentito. Voleva scappare. Come fare? Cosa avrebbe dovuto sapere? Il finale era sempre il solito: il cappello strillava qualcosa di indefinito e il ragazzino, dopo averlo deposto, correva ad uno dei quattro tavoli. Ciascuno sembrava avere il suo ruolo e sapere esattamente quale fosse il suo posto, persino il ragazzino grasso dai capelli rossastri della barca(che rischiò di sedersi sul cappello tra le risate della sala) corse sicuro verso il tavolo dai colori rosso oro, senza esitazione. E lei? Cosa avrebbe dovuto fare? Mosse incerta un passo e in quell'istante il tempo riprese a scorrere come il sangue nelle sue gambe. Percorse rapidamente gli scalini, e senza altro indugio, prese il cappello senza pensare a quanto fosse sporco e polveroso, si sedette sullo sgabello e se lo calzò con precisione sulla testa. Immediatamente, una voce le parlò tra le orecchie e nel cervello. Fu un miracolo se si trattenne dal gridare.

    Vorrei partecipare al IV anno. Grifondoro - Corvonero - Serpeverde -Tassorosso
     
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  2. Il Cappello Parlante
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    IV anno

    C6Nr3U5
    Complimenti, sei stato smistato nella casata dei Grifondoro, il tuo ingresso nel magico mondo dell'Hogwarts Wizarding World è sempre più vicino. Adesso avrai accesso a tutti i contenuti del forum e per tanto ti invitiamo a prendere visione dei punti chiave del gioco di ruolo. La storyline, che potrai trovare cliccando qui!, è aggiornata e ricca di spunti per la tua scheda pg ed il regolamento, lo troverai qui ad aspettarti!, ti aiuterà a districarti tra i molteplici aspetti del nostro magico mondo. Per qualsiasi altra domanda non esitare a contattare lo staff, lo troverai esposto in vetrina tabella!


    [ code © viviænne, solo per Hogwarts Wizarding World gdr ]
     
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1 replies since 17/2/2015, 15:18   68 views
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