lilian mcbee

Lilian aveva due sorelle più grandi, due disgraziate. Belle, conosciute, assolutamente perfette agli occhi della signora Dorothy McBee. Ciò complicava soltanto le cose: quando posava gli occhi sulla più piccina tra le sue figliole, si ritrovava sempre a storcere il naso da porcello. Sgraziata, goffa ed incapace, era come portarsi dappresso un danno in gonnella. E Lilian odiava le gonnelle. « Devi muoverti, Lils, se vuoi arrivare in tempo al binario con le tue sorelle. Gelsomine e Guliette sono già pronte. Aspettiamo tutti te. » Andava urlando la madre, affato gentile, in quel mattino del rpimo settembre. Lei sarebbe andata ad Hogwarts come le due sorelle, e non era certo una novità. Era però emozionata, felice, ma spaventata. Avrebbe vissuto nell'ombra delle sorelle? L'avrebbero sbeffegiata come facevano a casa? Quella idea non le piaceva per niente. Così, con le gambe tremolanti come foglioline, era stata poco garbatamente trascinata giù per le scale da una Dorothy infuriata. « Alla buon ora! » Starnazarono le due sorelle all'unisono, gemelle anche in quel darle contro in ogni occasione. Da quando suo padre era partito per lavoro, le tre donne aveano preso possesso della casa e di ogni altra cosa, lasciando la povera Lilian assai priva di responsabilità. Certo, no la trattavano come una piccola cenerella, ma facevano lei pesare quel suo essere poco aggraziata ed altrettanto poco carina.
Il binario nove e tre quarti era pieno di gente, di rumore, di suoni: Gelo e Gola ( come chiamava le due sorelle maggiori ) raggiunsero presto le amichette e presero con loro a spettegolare di uno stangone dai capelli biondi a cui lanciavano lunghe occhiatine eccitate: a Lily pareva proprio bruttino. Lei rimase con sua madre, che scambiate qualche parole con dei conoscenti, si apprestò a farle tutte le raccomandazioni del caso, allungandole una piccola carezza sulla guancia. Un gesto raro.
Il viaggio fu lento e noioso, Lily passò tutto il tempo mezza addormentata, con la testa premuta contro il sedile di vellutino che aveva trovato libero in una cabina con degli altri ragazzini. Dormì della grossa per un po', finché non venne svegliata dallo sferragliare giunti al capolinea: lei credeva sarebbero arrivati direttamente dentro il castello perché così avevano detto le sorelle, e ci rimase male quando scoprì essere quella una mensogna. Fu invece costretta ad attraversare il grande lago nero con una piccola ed infida barchetta, pronta a rigirarsi da un momento all'altro: una prova di coraggio, sussurrò un bimbetto biondo e spocchioso dal'altro lato dell'imbarcazione. Quando finalmente entrarono nel castello, che era bello, bellissimo con tutte le luci accese nelle alte torri, tutti i ragazzini del primo anno vennero fatti entrare in quella che venne definita la Sala Grande: Gelsomine e Giuliette la osservavano dal tavolo verde argento, e la salutarono con un risolino divertito: Lilian aveva tutti i capelli arruffati, il cappello appunta storto ed il visetto livido per il freddo. « McBee, Lilian » Esclamò dopo un po' la vecchia che leggeva i nomi dei nuovi studenti, e lei piano piano s'avvicinò allo sgambello: la signora, reggeva in man il cappello parlante. Quello aveva chiacchierato lungamente, prima di quel momento, agitandosi quasi avesse vita propria: le faceva un po' ribrezzo. Non riuscì neppure a poggiarglielo in testa, che quello espresse subito il suo verdetto.