Castiel Hoarfrost

ALL THAT YOU DESIRED WHEN YOU WERE A CHILD
WAS TO BE OLD, WAS TO BE OLD.
NOW THAT YOU ARE HERE SUDDENLY YOU FEAR
YOU LOST CONTROL, YOU LOST CONTROL.
DO YOU LIKE THE PERSON YOU'VE BECOME...
UNDER THE WEIGHT OF LIVING?
- Bastille, Weight of Living pt. II.



Avevo in mano due lettere, una nella destra, una nella sinistra. La prima era un foglio ciclostilato in inchiostro verde che sanciva la mia ammissione alla "Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts". La seconda era composta di due fogli scritti in bella grafia da persone così preoccupate di essere rintracciate da firmarsi "i tuoi genitori". Ebbene sì, sono cresciuto da orfano per scoprire a 11 anni che i miei genitori mi avevano abbandonato. Tra l'una e l'altra lettera, non sapevo a quale avrei potuto credere più facilmente, e forse anche per questo decisi di credere a entrambe. Se non altro, in una cosa erano coerenti: entrambe palavano di magia. Fu così che salii sul primo treno per Londra.


***


Il castello si innalzava nell'oscurità come una fiamma, con la sua luce riflessa sulla superficie piatta del Lago Nero. Avevo accumulato una discreta esperienza, crescendo senza genitori, una certa maturità e un livello di disillusione che non è tipico di un bambino di undici anni. I miei occhi, però, brillavano ancora di meraviglia.
Il portone si spalancò di fronte a noi, mostrandoci un'enorme sala da pranzo arredata con quattro tavoli disposti longitudinalmente. I pilastri si innalzavano come colonne di una chiesa gotica che finalmente incontravano Iddio, confondendosi tra le nubi e le stelle. Appesi alle pareti c'erano bracieri di ottone che bruciavano senza produrre fumo e proiettavano migliaia di ombre sul pavimento. Seduti alle panche c'erano studenti in uniforme che ridevano e gridavano mentre si servivano dai vassoi traboccanti di delizie. L'atmosfera era così diversa da quella del collegio dove ero cresciuto.
Ciascun tavolo era decorato con colori diversi e sospesi nel vuoto c'erano stendardi quadripartiti che rappresentavano i simboli delle quattro Case: un leone d'oro su sfondo rosso, un serpente d'argento su sfondo verde, un tasso nero su sfondo giallo e un corvo nero su sfondo blu. Cercai di immedesimarmi in ciascuno di quegli animali e per un attimo mi immaginai come un corvo che sorvolava le montagne e i laghi scozzesi. Il leone, tuttavia, attirava la mia attenzione più di ogni altro. La fiera superbia con cui dominava gli emblemi mi sembrava un ideale di grandezza a cui ambire. Per un attimo ero diventato un solitario predatore della savana, temuto e rispettato da tutti, sovrano nel mio regno. Presto però il sogno si infranse e il mio nome riecheggiò nel salone: “Castiel Hoarfrost”.
Ci fu un attimo di silenzio mentre uscivo dalle fila e mi avvicinavo allo sgabello per essere sottoposto alla prova del Cappello Parlante. Poi la sala esplose in un grido che nelle mie orecchie risuonò come il ruggito di un leone.