Titania Blackwall

VI anno, Corvonero

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  1. «QuarianButt»
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    Titania Blackwall

    prestavoltodef2

    L'espresso per Hogwarts iniziò lentamente a muoversi lasciandosi a poco a poco alle spalle la figura della madre di Titania che, dall'altra parte del vetro, la salutava con la mano, sul volto giovane un sorriso incapace di illuminarle gli occhi. La ragazzina continuò a restituirle il saluto finché non riuscì più a vederla, e solo allora si concesse un sospiro, poi si schiarì la gola per sciogliere il nodo che da qualche giorno era diventato un fastidio costante. Rimosse con gesti rapidi della polvere inesistente dall'uniforme, stirata con cura quella mattina dalle sue stesse mani, ed entrò a testa alta nello scompartimento dove aveva riposto il baule nuovo di zecca. Sedette accanto alla finestra, assorta nei pensieri.
    La lettera era arrivata a luglio e aveva lasciato tutti di stucco: il frutto dell'unione di una Maganò, pur nata da una rispettabile famiglia magica, con un uomo la cui identità era nota solo alla giovane e ostinatamente celata - alimentando così la voce che si trattasse di un Babbano - era a pieno titolo una maga. I Blackwall - una donna arcigna dai capelli corvini raccolti in uno chignon impeccabile appena striato d'argento, e un gioviale uomo corpulento d'una testa più basso di lei - si erano presentati qualche giorno più tardi, dopo anni di visite rimandate e regali di Natale tristemente generici. Le avevano regalato un sacco di velluto color smeraldo zeppo di monete d'oro, libri dalle splendide rilegature e dolcetti mai assaggiati prima, che il nonno in verità le aveva passato di nascosto facendole l'occhiolino. Poi l'avevano portata a fare compere a Diagon Alley. Quelle poche volte in cui sua madre vi si era recata portandola con sé, Titania, approfittando dei momenti di distrazione, era sempre riuscita a sfuggire alla custodia materna per andare a guardare la vetrina di Olivander. Sovrappensiero, la piccola mano di Titania si strinse attorno alla bacchetta: frassino, nove pollici e mezzo con cuore di ali di fata. Quando, eccitata, l'aveva mostrata alla madre, per la prima e ultima volta quell'estate la vide ridere di cuore.
    «La mia testarda Regina delle Fate» le aveva detto, accarezzandole la fronte con i polpastrelli delicati, per poi piegarsi e dare un bacio a Bottom, l'asinello di peluche che le aveva cucito quando la portava in grembo.
    «Bottom verrà con me» aveva detto Titania con un principio di groppo in gola difficile da mandare giù, ma la voce ferma. Persephone si era limitata a sorridere.

    Titania stava morendo di freddo, eppure era certa che il castello fosse riscaldato. Ma altrimenti come giustificare quei brividi che si stava sforzando di non dare a vedere? Il giro in barca era stato emozionante, ma il cuore che le batteva quasi dolorosamente nel petto e la pioggerellina gelida le avevano proibito di godersi la vista del castello illuminato di notte.
    I suoi futuri compagni stavano parlottando eccitati e spaventati, facendo ipotesi sulla prova che li attendeva nella Sala Grande: il misterioso Smistamento, di cui nessuno sapeva nulla. Da quel che le aveva detto il nonno per rassicurarla, nessuno era in grado di fare incantesimi prima di andare a scuola, quindi Titania dubitava che si trattasse di una qualche prova magica. Sospettava che dovessero rispondere ad una sorta di questionario per stabilire la Casa di appartenenza. In una delle enormi tasche dell'uniforme aveva riposto calamaio e penna d'oca, per sicurezza.
    Si rese conto d'un tratto che le persone attorno a lei avevano iniziato a sussurrare, dandosi gomitate e indicandola. La nonna l'aveva preparata a questo, ma non si aspettava che fosse così difficile mantenere il contegno. Restituì con sfida lo sguardo di una ragazzina che la stava fissando e le fece abbassare gli occhi.
    «Sei tu la nipote dei Blackwall?» le chiese infine un ragazzo squadrandola dalla punta dei piedi fino all'ultimo capello.
    «Sono la figlia di Persephone Blackwall» rispose lei sollevando fiera il mento e fissando i grandi occhi azzurri in quelli del suo interlocutore. Un ghignò comparve sul viso di lui, e quelli che dovevano essere i suoi amici iniziarono a darsi gomitate senza curarsi della discrezione.
    «Davvero non sai chi sia tuo padre?» le chiese. Titania sentì di nuovo il groppo in gola e gli occhi le bruciarono. Ma pensò a cosa sarebbe successo se si fosse messa a piangere e ricordò le parole della nonna: «Tieni la testa alta a ogni costo, nessuno ha il diritto di umiliarti». Strinse i pugni e sorrise.
    «Non è una grande perdita, a quanto pare. Almeno la mia madre Maganò è stata in grado di insegnarmi le buone maniere. E anche a lavarmi i denti. A nessuno interessa sapere cosa hai mangiato questa mattina a colazione» replicò, provocando una serie di risate che le diedero coraggio. Il ragazzino arrossì e portò la mano alla bocca, ma non fece in tempo a replicare perché il momento dello Smistamento era arrivato.


    Un cappello. Doveva solo mettersi in testa un cappello. Davanti a decine e decine di persone. Sperava invano che fossero tutti troppo affamati per prestare attenzione: gli applausi che seguivano ogni verdetto, tuttavia, lasciavano intendere diversamente. Ormai doveva toccare a lei, ne era certa. Quando sentì il proprio nome il cuore parve esploderle. Incurante di qualsiasi cosa le accadesse attorno, finse un'andatura sicura. Finalmente, dopo una camminata che le parve infinita, arrivò di fronte al Cappello e si sedette a schiena dritta sullo sgabello. Sperò vivamente che il proprio sguardo non fosse eccessivamente terrorizzato, ma poi il Cappello Parlante le scivolò sugli occhi e non ebbe più ragione di preoccuparsi.
    «Bene, bene. Cosa abbiamo qui?» Titania rimase immobile e in silenzio. «Vedo orgoglio, la testa dura d'un mulo, un cervello niente affatto da buttare e un desiderio di rivincita. Vedo potenziali grandi cose, ma anche il rischio di ostinarsi a percorrere fino in fondo una strada che può non portare a nulla». In silenzio Titania aspettò il verdetto. Il Cappello rimuginò per un tempo che parve infinito, poi annunciò la sua Casa di appartenenza: ...



    VI anno: Corvonero, Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso
     
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  2. Il Cappello Parlante
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    VI anno

    jASffMr
    Complimenti, sei stato smistato nella casata dei Corvonero, il tuo ingresso nel magico mondo dell'Hogwarts Wizarding World è sempre più vicino. Adesso avrai accesso a tutti i contenuti del forum e per tanto ti invitiamo a prendere visione dei punti chiave del gioco di ruolo. La storyline, che potrai trovare cliccando qui!, è aggiornata e ricca di spunti per la tua scheda pg ed il regolamento, lo troverai qui ad aspettarti!, ti aiuterà a districarti tra i molteplici aspetti del nostro magico mondo. Per qualsiasi altra domanda non esitare a contattare lo staff, lo troverai esposto in vetrina tabella!


    [ code © viviænne, solo per Hogwarts Wizarding World gdr ]
     
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1 replies since 3/8/2015, 15:08   71 views
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